Chiesa Parrocchiale Santi Pietro e Paolo
Edificata a partire dall’anno 1635 per volontà del Canonico Giov. Pietro Petrucci, Protonatario Apostolico, Consigliere dell’Imperatore Ferdinando II e dell’Arciduca Leopoldo. Venne inaugurata il 18 maggio del 1643 dal Vescovo di Como Mons. Carafino, ad eccezione dell’altare con il tabernacolo collocati presumibilmente tra il 1759 ed il 1775.
La chiesa presenta una facciata semplice, con timpano sottolineato da una cornice piatta a due lesene angolari, su uno zoccolo, che continuano fino al tetto. A questa linearità classicheggiante fa da contrappunto la riquadratura del portale d’ingresso, culminante in una architrave modanata e sostenuta da due putti reggichiave. Due volute salgono fino alla base della nicchia che contiene una statua di San Pietro, scolpita in pietra di Saltrio.
Il 28 aprile 1644 la Vice-Parrocchia di Maroggia venne separata dalla chiesa arcipretale di Riva San vitale e costituita in Parrocchia autonoma.
Prima delle date citate esisteva una piccola chiesa primitiva, ad una sola navata, senza cappelle laterali, anch’essa dedicata a San Pietro e sul territorio non c’erano oratori, nè cappelle, nè confraternite.
L’INTERNO DELLA CHIESA si presenta come un edificio a pianta molto semplice, ad una sola navata culminante nel presbiterio rettangolare e dotata di due cappelle laterali erette contemporaneamente ai muri portanti.
Al centro del PRESBITERIO, la zona più ricca di decorazioni e più fastosa, l’altare è il frutto di una serie di trasformazioni che, dal piccolo altare seicentesco, attraverso gli anni, determinarono il suo aspetto odierno. Monsignor Petrucci affidò al noto artista Giovanni Antonio Colomba di Arogno il compito di eseguire i lavori degli stucchi del coro, tra i quali spiccano le statue di San Pietro e di San Paolo collocate ai lati dell’altare in posizione elevata, e dell’intera decorazione della chiesa.
La grande pala è una tela raffigurante la consegna delle chiavi del Regno a Pietro ed è contornata da una cornice composita, dove i motivi geometrici si sposano a quelli floreali ed a piccole cariatidi. Di autore ignoto, era già presente nella chiesa esistente prima del 1643 come attestato dalla relazione del 1591 scritta in occasione della visita del Vescovo di Como Mons. Ninguarda. Nel corso del tempo ha subito alcuni restauri, l’ultimo dei quali nella primavera dell’anno 2000, ad opera dei restauratori Tiziano Riva e Massimo Soldini, che l’hanno riportata al suo aspetto originale.
Sulle parete laterali spiccano due grandi affreschi raffiguranti il martirio dei Santi Pietro e Paolo che si inseriscono appieno nella produzione pietistica lombarda postridentina con il tipico gusto del dettaglio macabro. Solo di recente, e dopo attenti studi, il Professor Ivano Proserpi ha attribuito la mano dell’affrescante al famoso artista di Bissone Carpoforo Tencalla il quale ha eseguito le opere in età giovanile.
Le balaustre che cingono il presbiterio, quelle che delimitano le cappelle laterali, così come la coppia di acquasantiere, sono state realizzate con il marmo estratto dalle cave di Arzo.
LE CAPPELLE LATERALI. Del tutto simili fra loro per dimensione e per struttura, sono caratterizzate da una volta a botte e dalle decorazioni in stucco opera del Colomba di Arogno.
La cappella del lato del Vangelo è dedicata a San Giovanni Battista raffigurato sulla pala dell’altare al centro di altri cinque Santi: Francesco, Giacomo, Carlo Borromeo, Rocco e Sebastiano. Fra le ali del timpano, un frontoncino curvilineo decorato a festoni incornicia la finestra e reca in alto, al centro, lo stemma del Petrucci. A lato dell’altare, su mensole sorrette da teste di putti, troviamo le statue di Santa Caterina d’Alessandria e di Santa Lucia.
La cappella detta del Rosario, in cui si possono ammirare due angiolotti e le statue di San Domenico e di Santa Rosa ai lati delle lesene, presenta un maggior interesse storico. Infatti, nel maggio del 1843 lo scultore Francesco Somaini offriva alla chiesa di Maroggia la statua in marmo bianco della Madonna conservata da allora nella nicchia, opera in cui l’artista esprime la misura del suo talento e delle sue grandi possibilità di esecutore.
Il Somaini, nato nel nostro villaggio il 24 maggio 1795 e morto a Milano nel 1855, divenuto famoso in Italia ricoprì l’incarico di Professore di scultura nell’Ateneo di Brera, a quei tempi massimo tempio dell’arte. Consigliere Accademico dell’Arte dell’Impero austriaco, venne eletto anche Sindaco di Maroggia.
In ricordo dei suoi genitori, Francesco Somaini pose nel 1849 una lapide sulla parete di sinistra della navata principale. In quella di fronte, la moglie Irene Fossati provvide a far posare un’altra lapide a memoria del proprio e pubblico dolore. Sovrasta la lapide un bassorilievo dedicato dal Somaini ai due figli Romeo e Belisario perduti in giovane età a breve distanza uno dall’altro.
IL PULPITO. Nei registri dell’archivio parrocchiale non vi è traccia di spese per questo oggetto. Tuttavia, è probabile che gli autori siano Giovanni e Giuseppe Conza di Rovio, maestri da muro, e Vitale e Domenico Bagutti pure di Rovio, i quali hanno eseguito quello del loro villaggio natale che presenta analogie con il nostro. Nelle specchiature a stucco bianco più grandi risaltano le figure di Profeti assisi sulle nuvole, con Mosè nella principale, ed in quelle d’angolo San Pietro e San Paolo accompagnati dai propri simboli. L’intera struttura è ricoperta di finto marmo colorato.
IL CAMPANILE. Si tratta di una torre campanaria romanica databile alla fine dell’XI secolo. A fusto lanciato con un massiccio basamento murario che delimita all’interno una cella di piccole dimensioni. Nel 1928 si è proceduto ad importanti lavori con la demolizione del tetto della costruzione precedente, nell’esecuzione a nuovo, partendo dal secondo piano di bifore, della cella campanaria e della posa di nuove campane. Alla fine dell’anno 1987 tutta la struttura è stata consolidata, il tetto è stato rifatto completamente e alla sommità sono state conservate la croce in ferro e la caratteristica banderuola segnavento a forma di gallo.
LE VETRATE ARTISTICHE. Le finestre delle cappelle laterali, come anche quelle più ampie del presbiterio e del portale d’ingresso, sono state dotate a metà degli anni sessanta del XX secolo di vetrate artistiche donate alla Parrocchia da una benefattrice residente nella Svizzera romanda.
Nell’estate del 1998, una grandinata passata alla storia per i suoi chicchi di eccezionali dimensioni, distruggeva la vetrata collocata sopra il portale d’ingresso che raffigurava Paolo di Tarso, l’Apostolo delle Genti. Il Consiglio Parrocchiale decideva allora di sostituirla e incaricava Fra Roberto Pasotti del Convento del Bigorio di eseguire l’opera, posata nella sua sede nel mese di giugno dell’anno 2000. Le magnifiche tessere colorate della vetrata di Fra Roberto rappresentano San Paolo munito di spada.
2011-2012 LAVORI ALL’INTERO DELLA CHIESA E SUL CAMPANILE
LA CAPPELLA DI SANT’ANTONIO. Sul lato meridionale del sagrato, ricoperto di cubetti in porfido rosso e di lastroni di pietra provenienti dalla demolizione di una parte del vecchio nucleo del villaggio, si erge la Cappella dedicata a Sant’Antonio, che in origine era un antico ossario.
La chiesa è rimasta chiusa un intero anno per consentire lo svolgimento di tutta una serie d’interventi di pulitura e di restauro. Gli imponenti ponteggi hanno ingabbiato l’interno dell’edificio sacro ed il restauratore Massimo Soldini di Maroggia, affiancato dalle sue collaboratrici, ha così potuto dare inizio ai lavori. Utilizzando pennelli morbidi, spugne speciali, aspiratori e materiali adeguati, è stata dapprima portata a termine l’opera di pulitura della volta e poi quella dell’altar maggiore, delle pareti e delle cappelle laterali. Il compito di intervenire sulle parti in marmo che comprendevano il tabernacolo, la bella statua della Madonna scolpita dall’insigne artista Francesco Somaini ed i monumenti realizzati da questo maestro dell’arte, è stato affidato al restauratore Claudio Cometta di Arogno. Per tutta la durata del cantiere, che poi si è esteso anche al campanile d’epoca romanica e al vialetto del vecchio cimitero, l’Architetto Enzo Cavadini, nostro concittadino, ha seguito i lavori assieme ai rappresentanti dell’Ufficio cantonale dei beni culturali, l’architetto Ruggiero e l’ingegner Pra incaricato d’occuparsi del campanile. Quando sabato 17 marzo 2012, alla presenza del Vescovo Monsignor Pier Giacomo Grampa, il portone è stato riaperto ed il tempio riconsegnato ai fedeli, l’opera dei restauratori ha destato grande meraviglia. Le pareti inframmezzate dalle lunghe lesene, le diverse tipologie dei marmi delle lapidi commemorative del Somaini, gli stucchi e le statue che ornano l’altar maggiore e le due cappelle laterali, gli affreschi di Carpoforo Tencalla che raffigurano la crocifissione di San Pietro e la decapitazione di San Paolo, la volta sorretta dalle arcate, sono apparse splendide. Ha destato meraviglia anche il nuovo basamento di sostegno della statua in marmo bianco della Madonna, il restauro e la lucidatura di tutti i banchi e delle pedane, l’installazione delle nuove lampade lungo la navata, la pulitura ed il trattamento del pavimento in cotto e la sistemazione nel loro castello di legno delle canne dell’organo adeguatamente ripulite. Nella tarda primavera si concludevano anche gli interventi concernenti il campanile con il rifacimento delle solette, delle botole, delle scale interne, il risanamento del governo delle campane, dell’orologio e dell’impianto elettrico, ed il completamento della pavimentazione in cubetti di porfido rosso del vialetto.
2017 LAVORI DI RESTAURO DELL’APPARATO ESTERNO DELLA CHIESA E DELL’EX OSSARIO (CAPPELLA DI S. ANTONIO)
Cinque anni dopo il restauro interno la nostra chiesa parrocchiale è stata sottoposta ad una serie di lavori esterni che le hanno donato un nuovo splendore. Lunedì 8 maggio la ditta Lawil di Quartino ha posato i ponteggi tutt’attorno all’edificio sacro. Il lunedì successivo, 15 maggio, sono entrati in piena attività i restauratori della ditta Arte e Tecnologia nel Restauro SA di Andrea Meregalli. Questo giovane restauratore nato a Varese nel 1972 e domiciliato ad Arogno può già vantare parecchi ed importanti lavori eseguiti nel Canton Ticino, tra i quali l’Oratorio di Sant’Antonio di Morcote ed il Santuario della Madonna del Sasso di Locarno. Aiutato dalla sua squadra di restauratori composta da donne e uomini giovani, Meregalli ha dapprima messo sotto protezione, mediante fogli di polietilene, tutte le parti d’opera per evitare di danneggiarle durante gli interventi. Poi ha proceduto con la pulizia e la rimozione dei depositi superficiali e delle patine biologiche tramite lavaggio con acqua, frizionando con l’ausilio di spazzole morbide, con il trattamento biocida delle superfici, con la rimozione malte che ha comportato l’asportazione degli intonaci e degli stucchi degradati, con il consolidamento dell’intonaco e la rasatura della parete nord che rispetto alle altre presentava uno stato superiore di degrado. La scelta dei colori per la facciata ed i prospetti laterali è stata oggetto di approfondite ricerche da parte del restauratore. Sulla base di queste ricerche e dei riferimenti storici, che gli hanno permesso di trovare tracce di intonaci risalenti ai secoli passati, Meregalli è stato in grado di proporre alcune diverse tonalità d’ocra per la facciata, per le pareti laterali e le lesene, ed un color rosso mattone per le quattro lesene che adornano la facciata. Anche l’antico e magnifico portale in pietra di Saltrio, opera dei fratelli Tommaso e Giacomo Rodari, è stato restaurato nelle sue parti più compromesse dall’inesorabile trascorrere del tempo e da altri fattori, così come il portone in legno che ha ritrovato una sua naturale dignità, e la statua del Principe degli Apostoli collocata nella nicchia sopra l’entrata. La Cappella di Sant’Antonio, l’ex Ossario, è stata restaurata all’esterno ed all’interno dove le sue pareti sono state dipinte con colori di un delicato azzurro. L’Architetto Edy Quaglia, un professionista di grande esperienza che ha messo le sue competenze al servizio della nostra Parrocchia, ha diretto i lavori in collaborazione con il Consiglio Parrocchiale, mentre l’incaricato dell’Ufficio Beni culturali, l’Architetto Endrio Ruggiero, li ha seguiti in maniera costante. La fine dei restauri è stata festeggiata nel tardo pomeriggio di sabato 21 ottobre con una breve cerimonia tenuta all’aperto, a cui ha fatto seguito una Santa Messa Solenne celebrata da Don Claudio Premoli, Arciprete di Mendrisio e Presidente della Commissione diocesana d’arte sacra, il quale aveva al fianco il nostro Parroco, Padre Piotr Zygmunt, il nostro ex Parroco Claudio Mazzier, e l’Arciprete di Riva San Vitale Don Carlo Scorti.
CAMPANE DEL CAMPANILE